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Informativa A.A.T.O. per arsenico

Ultima modifica 2 marzo 2022

Tenuto conto di quanto dettato dall’art. 10 del D.Lgs. 31/2001 che prescrive adeguate limitazioni dell'uso e l’adozione di provvedimenti cautelativi a tutela della salute pubblica, tenuto conto dell'entità del superamento del valore di parametro pertinente e dei potenziali rischi per la salute umana nonché dei rischi che potrebbero derivare da un'interruzione dell'approvvigionamento o da una limitazione di uso delle acque erogate.
Considerato che il 27.12.2012 in sede di tavolo tecnico presso la Regione Lazio presenti i rappresentanti della AUSL sono state predisposte informativa alle imprese alimentari e fac simile per l’Ordinanza da far emettere ai Sindaci. Al fine di evitare allarmismi derivanti da non corretta informazione, occorre porre all’attenzione della popolazione che non sono mutate le caratteristiche delle acque captate e che la presenza di Arsenico e di Fluoruri è di natura geologica, ma sono scaduti i termini di deroga che permettevano un parziale uso delle acque distribuite a fini potabili.

Pertanto, per le concentrazioni e i termini temporali sopra riportati, ricordando che, per le acque destinate al consumo umano, i limiti di legge per le concentrazioni di Arsenico e Fluoruri sono stati imposti sulla base delle risultanze di studi che prevedono l’assunzione diretta e continuativa di 2 litri di acqua al giorno su individui adulti, l’Istituto Superiore di Sanità ha disposto il divieto d’uso dell’acqua a fini potabili, per la reidratazione e la ricostituzione di alimenti e per l’utilizzo e la preparazione di alimenti e bevande in cui l’acqua costituisca ingrediente o entri in contatto con l’alimento per tempi prolungati o sia impiegata per la cottura.
Ne consegue che per le caratteristiche delle acque distribuite dai nostri pubblici acquedotti, un consumo occasionale e/o marginale non deve destare alcuna preoccupazione. Infine con riferimento, ai divieti d’uso riportati in allegato si evidenzia che è consentito il lavaggio di frutta e verdura (pur consigliando l’uso di acqua potabile all’ultimo risciacquo) ed inoltre va sottolineato che dalle annotazioni riportate dallo stesso Istituto Superiore di Sanità, emerge che valutazioni ampiamente cautelative indicano l’assenza di rischi correlati all’utilizzo limitato di acqua per il lavaggio dei denti e del cavo orale e che, in assenza di specifiche patologie cutanee, è consentito l’uso dell’acqua per igiene personale.

Da ultimo si evidenzia che, per usi diversi da quelli per il consumo umano, quali il lavaggio degli indumenti, stoviglie e ambienti, l’alimentazione di impianti di riscaldamento e di impianti di scarico per l’allontanamento delle acque nere, l’Istituto Superiore di Sanità non ha indicato alcuna limitazione d’uso. Ragione per la quale si ritiene che tali usi e ogni altro uso similare, diverso dal consumo umano, debba essere liberamente consentito. I Gestori del Servizio Idrico Integrato dovranno istallare un numero adeguato di distributori di acqua potabile per ridurre al massimo il disagio della popolazione e dovranno comunicare l’entrata in funzione degli impianti di trattamento al fine di consentire ai Sindaci la tempestiva revoca dell’Ordinanza emessa.

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